Nella volontà di ampliare la mappatura delle memorie dell’89 in Italia e la loro pluralità, la Fondazione Gramsci ha ritenuto opportuno affiancare gli strumenti di indagine più propri della ricerca storica, come quello della raccolta di testimonianze orali, a strumenti mutuati dalle discipline sociologiche e antropologiche, come i Focus Group. Ai fini del progetto, il focus group è stato utilizzato nella sua variante di matrice qualitativa – che mira ad approfondire particolari aspetti di un argomento – e ha avuto come scopo principale quello di mettere a confronto le memorie di cittadini appartenenti a generazioni differenti rispetto agli eventi dell’ ’89 e all’influenza che essi hanno avuto nel determinare l’assetto europeo così come lo conosciamo oggi, tanto dal punto di vista politico, quanto sociale e culturale. L’elemento intergenerazionale è stato volutamente posto al centro del confronto in quanto si è ritenuto necessario stimolare l’interazione tra coloro i quali hanno vissuto, sia pure in maniera indiretta, gli avvenimenti oggetto di discussione e coloro invece che – non ancora nati, o troppo piccoli per averne memoria – sono cresciuti all’ombra di processi e istituzioni – dalla caduta del comunismo alla nascita dell’Ue; dalle trasformazioni della democrazia in Europa occidentale all’allargamento a est dell’Unione – che scaturirono dalla deflagrazione dell’ordine bipolare.
Su queste basi, si è scelto di realizzare due focus group, ognuno dei quali composto da 8-10 persone, eterogenee per età (fasce d’età: 20-25; 35-45; 45-65), sesso e contesto di provenienza. I due gruppi hanno coinvolto cittadini appartenenti al mondo della formazione, dell’attivismo civico e del lavoro culturale e/o internazionale e sono stati costituiti con la collaborazione diverse realtà associative del territorio bolognese quali Arci bologna, circolo Arci la fattoria, Rif-festival, Associazione Crocevia, associazione Don’t panic, Circolo Arci ritmo lento, Associazione Oltre.. e Archivio storico della camera del lavoro.
Entrambi i focus group sono stati condotti da un responsabile scientifico del progetto, che, in qualità di moderatore, ha stimolato la discussione attraverso l’utilizzo di frammenti (foto, registrazioni, documenti) facenti riferimento a una mappa tematica precedentemente abbozzata e contenente i nodi concettuali che si è ritenuto essere di particolare importanza per una riflessione corale sull’argomento (Muri di ieri e muri di oggi, Europa, Unione Europea, solidarietà, disuguaglianze, confini, identità, cittadinanza e via dicendo). Altre due persone hanno invece avuto il ruolo di osservatori e hanno registrato in maniera puntuale i punti di vista, le idee, le obiezioni e le interazioni dei e tra i partecipanti, così da rendere disponibili gli output dei focus group per la ricerca portata avanti dal progetto.